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lunedì 14 dicembre 2009

BARZELLETTA DEL GIORNO

Correre fa bene!!! (Barzelletta inviata da Cece).

Un uomo è nel parco a fare jogging, come fa ogni sera.

Mentre sta correndo gli si affianca una bella ragazza bionda, alta con tutti i capelli sciolti.

Lui e' un po' intimidito ma la ragazza senza alcuna esitazione attacca bottone: "Quando abbiamo finito di correre, le andrebbe di venirsi a fare la doccia a casa mia?"

L'uomo e' pazzo dalla gioia per l'incredibile occasione che gli si presenta e senza riflettere un attimo acconsente.

Una volta finito l'allenamento i due si dirigono a casa della ragazza, si spogliano, entrano insieme nella doccia ed iniziano a fare l'amore con trasporto. Dopo aver finito nella doccia lo fanno sul letto, sul tavolo della cucina, sul divano in salotto.

Lui, alla fine stremato, si accorge di aver fatto terribilmente tardi e si ricorda che la moglie lo sta aspettando a casa. Si riveste, va in bagno, si mette un po' di borotalco sulle mani (?!?!) e congedandosi dalla splendida ragazza torna a casa.

Qui c'e' la moglie che lo sta aspettando con la scopa in mano per dargliele di santa ragione.

"Allora??? Si può sapere dove sei stato fino a quest'ora???"

"Stavo correndo nel parco per i fatti miei quando mi si avvicina una bella ragazza bionda che mi chiede se volevo farmi la doccia con lei..."

"Fammi vedere le mani..."

A quel punto la moglie gli da' una randellata sul collo... "Se vai un'altra volta a giocare a biliardo

ti rovino!!!"

RICETTA DEL GIORNO


OSTIE RIPIENE. Dolce tipico di Monte S. Angelo ( Gargano )

La leggenda narra che un giorno nelle cucine del Monastero della Trinita di Santa Chiara, mentre alcune monache preparavano l'impasto per le sacre ostie, delle mandorle accidentalmente caddero in una ciotola di miele caldo, appena cotto.
Una di loro, accortasi del fatto, non avendo all'istante alcunché per raccoglierle, penso bene di servirsi di due pezzi di ostie; le mandorle, ricoperte di miele, si attaccarono alle ostie formando un unico composto.
Cosi nacque l'ostia chiene, dolce tipico montanaro, particolare nella forma e dal gusto delicato

Ingredienti:

  • farina
  • 1 kg. di mandorle abbrustolite
  • 150 gr. di zucchero
  • 1 e 1/4 kg gr. di miele
  • 4 stecche di cannella in polvere
  • 3- 4 chiodi di garofano

Preparazione:

Le ostie vanno preparate mescolando acqua e farina fino ad ottenere una pastella. Con la massa ottenuta e usando l'apposito attrezzo arroventato sul fuoco, otterrete delle cialde di forma ovoidale lunghe circa 15 centimetri e larghe 7. A parte versate in un tegame, preferibilmente di rame, il miele,lo zucchero e le mandorle. Fate sciogliere a fuoco dolcissimo il tutto, rimescolando continuamente fino a che le mandorle saranno ricoperte da questo denso sciroppo e iniziano a scoppiettare. Aggiungete la cannella e dopo una ultima rimescolata spegnete il fuoco. Su un piano di marmo avrete gia adagiato meta delle ostie che avrete preparato e su di esse stenderete il composto ancora bollente. Con l'altra meta delle ostie coprite e per far si che si incollino e rimangano diritte metteteci sopra una tavoletta di legno con dei pesi. Lasciate raffreddare per bene e servite.

PROVERBIO MERIDIONALE DEL GIORNO

Ges' Crist' da u' pan a ki n' te' i dent.
  • Gesù Cristo da il pane a chi non ha i denti. Proverbio citato, a mo' di amara considerazione allorché le occasioni favorevoli capitano a chi non può approfittare.

BROCARDO LATINO DEL GIORNO

Finis coronat opus.
  • Il risultato è il coronamente dell'opera.

ROBERTO VECCHIONI

Luci a S. Siro.

AFORISMA DEL GIORNO

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.
  • Cesare Pavese.

FILASTROCCA DEL GIORNO

Il paese dei bugiardi. (Gianni Rodari)

C'era una volta, là
dalle parti di Chissà,
il paese dei bugiardi.
In quel paese nessuno
diceva la verità,
non chiamavano col suo nome
nemmeno la cicoria:
la bugia era obbligatoria.

Quando spuntava il sole
c'era subito una pronto
a dire: "Che bel tramonto!"
Di sera, se la luna
faceva più chiaro
di un faro,
si lagnava la gente:
"Ohibò, che notte bruna,
non ci si vede niente".

Se ridevi ti compativano:
"Poveraccio, peccato,
che gli sarà mai capitato
di male?"
Se piangevi: "Che tipo originale,
sempre allegro, sempre in festa.
Deve avere i milioni nella testa".
Chiamavano acqua il vino,
seggiola il tavolino
e tutte le parole
le rovesciavano per benino.
Fare diverso non era permesso,
ma c'erano tanto abituati
che si capivano lo stesso.

Un giorno in quel paese
capitò un povero ometto
che il codice dei bugiardi
non l'aveva mai letto,
e senza tanti riguardi
se ne andava intorno
chiamando giorno il giorno
e pera la pera,
e non diceva una parola
che non fosse vera.
Dall'oggi al domani
lo fecero pigliare
dall'acchiappacani
e chiudere al manicomio.
"E' matto da legare:
dice sempre la verità".
"Ma no, ma via, ma và ..."
"Parola d'onore:
è un caso interessante,
verranno da distante
cinquecento e un professore
per studiargli il cervello ..."
La strana malattia
fu descritta in trentatre puntate
sulla "Gazzetta della bugia".

Infine per contentare
la curiosità
popolare
l'Uomo-che-diceva-la-verità
fu esposto a pagamento
nel "giardino zoo-illogico"
(anche quel nome avevano rovesciato ...)
in una gabbia di cemento armato.

Figurarsi la ressa.
Ma questo non interessa.
Cosa più sbalorditiva,
la malattia si rivelò infettiva,
e un po' alla volta in tutta la città
si diffuse il bacillo
della verità.
Dottori, poliziotti, autorità
tentarono il possibile
per frenare l'epidemia.
Macché, niente da fare.
Dal più vecchio al più piccolino
la gente ormai diceva
pane al pane, vino al vino,
bianco al bianco, nero al nero:
liberò il prigioniero,
lo elesse presidente,
e chi non mi crede
non ha capito niente.