giovedì 30 settembre 2010
PIANETA DARIA
Cirillo curiosone
Aveva un gran nasone;
Guardava dappertutto
Non si fidava mai.
Pensava: «in fondo al pozzo
Dev'esserci qualcosa»...
E tutti i giorni andava
A curiosare un po'.
E ciunf!
E ciunf!
E tutti i giorni... ciunf!
E ciunfete... nel pozzo
Con la testa all'ingiù!
Aiuto! Aiuto! Aiuto!
E il papà lo tira su.
Col nasone-ne
Gocciolone-ne
Facendo glu-glu-glu...
Cirillo curiosone
Giura «non lo faccio più!»
La mamma gli diceva:
«Attento a non bagnarti
Perché col raffreddore
Il naso ingrosserà»...
E lui le prometteva
Di non andare al pozzo
Ma poi non resisteva
Alla curiosità.
E ciunf!
E ciunf!
E tutti i giorni...ciunf!
E ciunfete... nel pozzo
Ecc... ecc...
E ciunfete!
mercoledì 29 settembre 2010
PIANETA DARIA
Erano innamorati i due coccodrilli,
lei lo chiamava "Cocco", lui invece "Drilli",
Vivevano in un fiume giu' nel Marocco,
lui sempre insieme a Drilli, lei insieme a Cocco.
Ma in questa che è una dolce storia d'amor
arriva tutt'a un tratto su una barca un cacciator...
Lo videro arrivare i due coccodrilli,
lei disse "Scappa, Cocco!", lui "Scappa Drilli!"
Fu piu' veloce Cocco e riuscì a scappare,
ma Drilli fu piu' lenta e il cacciatore
la caricò su in barca dicendo: "Yes!
Io ne farò borsette, portafogli e beautycase.
Povero Cocco, senza la sua Drilli!
Chiama a raccolta tutti i coccodrilli; dice piangendo:
"amici, un cacciatore si porta via sul fiume il mio grande amore...!
Ne vuole far borsette e beauticase...
Amici miei, salviamola!" E quelli fanno "Yes!"
Erano piu' di mille i coccodrilli
che scesero nel fiume a cercar la "Drilli"...
Vedendoli arrivare, il cacciatore
buttò la drilli in acqua per poi scappare...
Ed è così che Cocco è tornato ancor
a vivere con Drilli il suo bel sogno d'amor...!
Son ritornati insieme i due coccodrilli,
e lei lo chiama "Cocco", lui invece "Drilli",
e vivono felici giu' nel Marocco,
lui sempre insieme a Drilli, lei insieme a Cocco...
lui sempre insieme a Drilli, lei insieme a Cocco...
lui sempre insieme a Drilli, lei insieme a Cocco...
martedì 28 settembre 2010
PIANETA DARIA
Descrizione
Le tre sorelle civette sono freddolose ed un bel paltò farebbe loro comodo.
Quando il freddo aumenta ballano per scaldarsi, quando il termometro va giù si rifugiano tutte e tre in un iglù.
E' una storiella nota anche in Italia, solo che gli esquimesi l'hanno un po' cambiata...
Testo
Barabà, Ciccì, Coccò...
Barabà, Ciccì, Coccò...
Barabà, Ciccì... uauh!
Sulla banchisa tra i mucchi di neve
C'è un orso bianco che va su e giù,
Una foca poi è lì che pensa ai fatti suoi...
Che pensa ai fatti suoi...
E a svolazzare tra i ghiacci polari
Stan tre civette, non so come mai,
Guarda, guarda un po': han su tre piccoli paltò...
Tre piccoli paltò...
Barabà, Ciccì, Coccò - tre civette col paltò...
Barabà, Ciccì, Coccò son tre sorelle
freddolose.
Barabà, Ciccì, Coccò - stan di casa al Polo Nord
E col freddo che c'è là un bel paltò
comodo fa!
Barabà, Ciccì, Coccò - tre civette col paltò...
Quando il freddo aumenta un po', per
riscaldarsi fanno un ballo!
Barabà, Ciccì, Coccò - se il termometro
va giù,
Quando non ne posson più van tutte e tre
in un iglù!
Oh....
Barabà, Ciccì, Coccò...
Barabà, Ciccì, Coccò...
Barabà, Ciccì... uauh!
Questa storiella i bambini esquimesi
Devono averla imparata da noi...
Loro poi, però, mi sa che l'han cambiata
un po'...
Che l'han cambiata un po'...
Ogni paese ha un'usanza diversa,
Ma non importa la diversità,
Conta invece che tu vuoi cantare insieme
a me...
Cantare insieme a me...
Barabà, Ciccì, Coccò - tre civette col paltò...
Barabà, Ciccì, Coccò son tre sorelle
freddolose.
Barabà, Ciccì, Coccò - quando una si
ammalò,
Il dottore le ordinò: «Mettiti a letto col paltò».
Barabà, Ciccì, Coccò - tre civette col paltò...
La malata migliorò con la ricetta del
dottore!
Barabà, Ciccì, Coccò - tre civette col paltò...
Poco fa mi han detto che stan bene, bene
tutte e tre!
Barabà, Ciccì, Coccò - tre civette col paltò...
La malata migliorò con la ricetta del
dottore!
Barabà, Ciccì, Coccò - tre civette col paltò...
Poco fa mi han detto che stan bene, bene...
Bene, bene, bene...
Bene, bene, bene tutte e tre...!
Barabà, Ciccì, Coccò...
Barabà, Ciccì, Coccò!
lunedì 27 settembre 2010
PIANETA DARIA
mi han detto che il pallone
con cui gioco
la domenica mattina
forse e' fatto da un bambino
un bambino come me
si' si' purtroppo e' cosi'
e pure le mie scarpe
quelle nuove
quelle tutte colorate
con le luci incorporate
che piu' belle non si puo'
forse si' forse no
chissa' se tutti i miei giochi
elettronici i tuoi pelouches
e tutte le mie bambole
sono fatti da bambini
di un paese lontano
dove il cielo
si confonde con il mare
se e' cosi' non si puo'
quattroquarti di silenzio
per ricordare
chi e' piu' in la'
oltre i monti ed il mare
c'e' chi ha solamente
un sogno di felicita'
quattroquarti di silenzio
per chi una voce non ce l'ha
un silenzio perche' forse
meglio di me puo' dar voce
alla voce del cuore
quest' istante e' per te
solamente per te
batti un cinque
da lontano con me
raccontare di te
e dar voce alla voce del cuore
quest' istante e' per te
solamente per te
batti un cinque
il piu' forte che c'e'
vorrei chiamarti amico
perche' certo come me
ci correresti
dietro a quel pallone
e forse nei tuoi sogni
anche tu somigli a me
saresti tu a segnare
tu il campione
mi insegneresti
come si puo' vincere
in certi giochi
nuovi di elettronica
diventeremmo amici
com'e' bello che sia
perche' un bambino
vive in allegria
oh oh oh
oh oh oh
oh oh oh ssst
quattroquarti di silenzio
ma dopo batti un cinque vai
sara' un ponte grande
intorno al mondo
ci fara' incontrare
in tutte le citta'
batti cinque batti un cinque
per dire a tutti che ci sei
che hai diritto anche tu
a un domani anche tu
come tutti i bambini del mondo
che il domani e' di tutti
e' il futuro del mondo
e il futuro ha bisogno di te
batti un cinque anche tu come
tutti i bambini del mondo
perche' il tanto lontano
oltre i monti ed il mare
il lontano
e' a due passi da qui
batti cinque batti cinque
il lontano
e' a due passi da qui
domenica 26 settembre 2010
PIANETA DARIA
Ah ah ah...
Ah ah ah...
A - l'alfabeto
Comincia con la A.
C come crema,
La crema che bontà!
T come torta,
Però se piace a te...
Oh, lasciane un pezzetto anche per me!
Ah ah ah...
Ah ah ah...
E come erba,
Che buon profumo ha!
V come viale,
Che corse in libertà!
B come bici
E mi trasporti tu...
Oh, dillo quando non ce la fai più!
Ah ah ah...
Ah ah ah...
G come gioco,
È quel che fa per noi.
P come palla,
Acchiappala, se puoi!
D come dama,
Però se vinci tu...
Oh, questo gioco non mi piace più!
Orchestra
C is for cookie
That's good enough for me!
C is for cookie
That's good enough for me!
C is for cookie
That's good enough for me
Oh... cookie cookie cookie starts with C!
A come amico,
Amico come te.
C come canto
E canta insieme a me!
P come pace
E il mondo ce l'avrà...
Oh, con un po' di buona volontà!
Con un po' di buona volontà!
Con un po' di buona volontà!
sabato 25 settembre 2010
PIANETA DARIA
A E I O U
la lezione non so piu'
A E I O U
fammela cantare tu.
Quante uova fa un cavallo?
Quante ne avrà fatte un gallo!
Quanto fa seicento per sei?
Questo non lo so!
Sai dove vive un Samurai?
Sta in Giappone e è forte assai.
Di che colore è un puffo blu?
Che sciocchino! E' blu!
A E I O U
la lezione non so piu'
A E I O U
fammela cantare tu.
E A U O I
che pasticcio! Non così!
U O I E A
al contrario se ti và.
Ma che bravi puffi blu!
sanno di tutto e forse piu'!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
Sai chi ha detto il dato è tratto?
Giulio Cesare lo ha fatto!
Quanti libri ha il grande puffo?
Questo non lo so!
Sai quanti nani ha Biancaneve?
Sette se contarli deve.
Sai cosa fanno i marinai?
Navigano in mezzo ai guai!
A E I O U
la lezione non so piu'
A E I O U
fammela cantare tu.
E A U O I
che pasticcio! Non così!
U O I E A
al contrario se ti và.
Ma che bravi puffi blu!
Sanno di tutto e forse piu'!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
Quante Q ci metti in scuola?
Neanche una come in viola!
Quanti sono i puffi blu?
Cento e forse piu'!
Sai quando vien l'arcobaleno?
Viene sempre col sereno.
Sai quant'acqua c'è nel mare?
Questo io non lo so!
A E I O U
la lezione non so piu'
A E I O U
fammela cantare tu.
E A U O I
che pasticcio! Non così!
U O I E A
al contrario se ti và.
Ma che bravi puffi blu!
Sanno di tutto e forse piu'!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
A E I O U
la lezione non so piu'
A E I O U
fammela cantare tu.
E A U O I
che pasticcio! Non così!
U O I E A
al contrario se ti và.
Ma che bravi puffi blu!
Sanno di tutto e forse piu'!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
A E I O U
Ora insieme, forza dai!
venerdì 24 settembre 2010
PIANETA DARIA
NELLA CANTINA DI UN PALAZZONE
TUTTI I GATTINI SENZA PADRONE
ORGANIZZARANO UNA RIUNIONE
PER PRECISARE LA SITUAZIONE
QUARANTAQUATTRO GATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
SI UNIRONO COMPATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
COI BAFFI ALLINEATI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
LE CODE ATTORCIGLIATE
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
SEI PER SETTE QUARANTADUE
PIU'DUE QUARANTAQUATTRO
LORO CHIEDEVANO A TUTTI I BAMBINI
CHE SONO AMICI DI TUTTI I GATTINI
UN PASTO AL GIORNO E ALL'OCCASIONE
POTER DORMIRE SULLE POLTRONE
QUARANTAQUATTRO GATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
SI UNIRONO COMPATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
COI BAFFI ALLINEATI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
LE CODE ATTORCIGLIATE
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
SEI PER SETTE QUARANTADUE
E DUE QUARANTAQUATTRO
NATURALMENTE TUTTI I BAMBINI
TUTTE LE CODE POTEVAN TIRARE
IN OGNI MOMENTO E A LORO PIACERE
CON TUTTI QUANTI GIOCHERELLARE
QUARANTAQUATTRO GATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
SI UNIRONO COMPATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
COI BAFFI ALLINEATI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
LE CODE ATTORCIGLIATE
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
SEI PER SETTE QUARANTADUE
E DUE QUARANTAQUATTRO
QUANDO ALLA FINE DELLA RIUNIONE
FU DEFINITA LA SITUAZIONE
ANDO' IN GIARDINO TUTTO IL PLOTONE
DI QUEI GATTINI SENZA PADRONE
QUARANTAQUATTRO GATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
MARCIARONO COMPATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
COI BAFFI ALLINEATI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
LE CODE DRITTE DRITTE
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
QUARANTAQUATTRO GATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
MARCIARONO COMPATTI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
COI BAFFI ALLINEATI
IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE
LE CODE DRITTE DRITTE
IN FILA PER SEI...COL RESTO DI DUE
COL RESTO DI DUEEEE...!
domenica 19 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
Cortina di ferro è un termine utilizzato ad occidente per indicare la linea di confine che divise l'Europa in due zone separate di influenza politica, dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine della guerra. Durante questo periodo, l'Europa orientale era sotto il controllo politico e/o l'influenza dell'Unione Sovietica, mentre l'Europa occidentale ricadeva sotto l'influenza degli USA.
Il termine deriva da un lungo discorso di Churcill del 05 marzo 1946 tenuto a Fulton Missouri.
sabato 18 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
L'episodio fa parte della storia di Giuseppe, una sezione della Genesi che va da 37,2 a 48,22. Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, viene venduto come schiavo dai fratelli invidiosi, e dopo alterne vicende finisce nelle carceri del faraone egiziano. Qui comincia a interpretare con successo i sogni dei detenuti. Dopo due anni in quella condizione, viene chiamato a corte a interpretare due angosciosi sogni del faraone.
Nel primo, il faraone sogna di trovarsi in riva al Nilo: "ed ecco salirono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse e si misero a pascolare tra i giunchi. Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle prime [...] Ma le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse".
Il secondo sogno è analogo al primo: il faraone sogna sette spighe "grosse e belle" spuntate da uno stelo, e poi sette spighe arse e vuote, che inghiottono le prime.
Giuseppe interpreta i sogni come un messaggio divino: vi saranno sette anni di abbondanza in tutto l'Egitto, seguiti da sette anni di carestia. "Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si limita a seguirla. Giuseppe non si limita all'interpretazione, ma dà anche suggerimenti su come gestire la situazione: il faraone dovrebbe trovare "un uomo intelligente e saggio" e metterlo a capo di una rete di funzionari che prelevi un quinto di tutti i prodotti egiziani durante i sette anni di abbondanza, creando così una riserva per i sette anni di carestia. Il faraone affiderà il compito allo stesso Giuseppe.
La profezia del sogno è destinata ad avverarsi: non solo, ma sette anni dopo, la carestia farà incontrare Giuseppe coi suoi fratelli, venuti in Egitto per acquistare grano.
venerdì 17 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
L'uovo di Colombo è un aneddoto popolare diffuso come modo di dire in diverse lingue per designare una soluzione insospettatamente semplice a un problema apparentemente impossibile.
L'origine è riconducibile a un aneddoto popolare, sicuramente falso, che ha per protagonista il navigatore genovese Cristoforo Colombo.
Dopo il suo ritorno dall'America nel 1493, Colombo fu invitato a una cena in suo onore dal cardinale Mendoza. Qui alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire la sua impresa dicendo che la scoperta del Nuovo Mondo non fosse stata poi così difficile, e che chiunque avrebbe potuto riuscirci. Udito questo, Colombo sfidò i commensali a un'impresa altrettanto facile: far stare un uovo dritto sul tavolo. Vennero fatti numerosi tentativi, ma nessuno riuscì a realizzare quanto richiesto. Convinti finalmente che si trattasse di un problema insolubile, i presenti pregarono Colombo stesso di cimentarsi nell'impresa. Questi si limitò a praticare una lieve ammaccatura all'estremità dell'uovo, picchiandolo leggermente contro il tavolo dalla parte più larga, e l'uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose: «La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l'ho fatto!».
giovedì 16 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
L'origine specifica del modo di dire è incerta, anche se, ovviamente, nasce dal mondo della Commedia dell'Arte. Il personaggio di Pulcinella è conosciuto per la sua forte ironia, per l'abitudine a prendersi gioco dei potenti e a svelare i retroscena delle situazioni scottanti. Non è, quindi, un personaggio in grado di tenere un segreto a lungo.
mercoledì 15 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
L'origine della frase è da ricercare nella liturgia cattolica: l'antifona è infatti un breve verso che viene recitato o cantato prima o dopo la salmodia, durante l'ufficio o la messa. Musicalmente, si tratta della prima forma di ritornello e la sua origine è molto antica (il Canto gregoriano, ad esempio, ne fa un uso esteso).
La caratteristica fondamentale dell'antifona è quella di riassumere in pochi versi l'intero salmo, o in altri casi di conferirgli un senso particolare a seconda della festa o della liturgia per il quale viene usato: da qui l'origine della locuzione. Inoltre, l'antifona, nella messa, è fissa per ciascuna domenica dell'anno e, quindi, chi è particolarmente assiduo alla pratica religiosa, dall'ascolto dell'antifona può - ove eventualmente non lo sapesse - immediatamente comprendere in quale domenica dell'anno si è.
martedì 14 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO.
Il termine pive è una designazione generica per vari strumenti musicali a fiato come il piffero, lo zufolo e in particolare la cornamusa.
Il detto deriverebbe dall'antica usanza militare ancora diffusa di suonare la tromba o la cornamusa durante le marce di trionfo dopo una vittoria. In caso di sconfitta l'esercito si ritirava invece in silenzio, senza suonare gli strumenti musicali che rimanevano chiusi negli appositi sacchetti di custodia oppure negli zaini dei soldati (nel sacco).
Una seconda ipotesi vede invece l'origine del modo di dire in un'usanza tipica del periodo natalizio, quando gli zampognari girano per il paese suonando cornamuse, ampogne o ciaramelle per raccogliere denaro alle porte delle case. Anticamente si accettavano anche doni di altro tipo, come cibo e vestiti, che venivano riposti in un sacco di iuta. Se si ricevevano pochi doni, nel sacco semivuoto c'era abbastanza spazio per mettere anche le pive.
lunedì 13 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
"Casalinga di Voghera" è un'espressione molto comune nel lessico giornalistico, con cui si intende rappresentare quella fascia della popolazione italiana piccolo-borghese, dal basso livello di istruzione e che possiede un lavoro generalmente molto semplice o umile. Questo strato sociale è tuttavia "rispettabile" per il suo senso pratico di stampo tradizionale di cui è portatore.
L'espressione è solo di rado utilizzata in senso dispregiativo: ad esempio, il Dizionario della memoria collettiva riferisce l'espressione a chi si abbandona passivamente alla fruizione televisiva. Altre volte è usata come sinonimo di saggezza popolare. Al maschile, si potrebbe tradurre con Sig. Rossi.
domenica 12 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
Ma con gran pena le reca giù è un detto ampiamente usato in passato (tuttora meno frequentemente) nelle scuole elementari per insegnare la partizione delle Alpi italiane ai bambini.
Letteralmente, il MA designa le Alpi Marittime, il CO le Alpi Cozie, il GRA le Alpi Graie, PE per le Alpi Pennine, LE significa Lepontine, RE Alpi Retiche, CA Alpi Carniche e GIU Alpi Giulie.
sabato 11 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
Colpo basso è un'espressione mutuata dal pugilato per indicare un colpo diretto "sotto la cintura" dei pantaloncini del pugile. Il colpo basso rappresenta una scorrettezza nel pugilato ed è punibile con richiami e squalifica. Il divieto di portare colpi sotto la cintura fu introdotto nel regolamento della boxe già nella prima metà del XIX secolo. Un colpo inferto sotto la cintura risulta potenzialmente pericoloso interessando gli organi genitali (testicoli nell'uomo e vulva nella donna) e comporta spesso per gli uomini l'incapacità di proseguire il combattimento. I pugili uomini ed altri atleti maschi impegnati in sport di contatto sono pertanto obbligati dai regolamenti ad indossare le necessarie protezioni per i testicoli che devono rispondere a precisi requisiti tecnici. Per le donne l`utilizzo di protezioni non è obbligatorio.
L'espressione "colpo basso", oltre a indicare colpi indirizzati ai genitali (in genere è utilizzato per quelli maschili , a causa del dolore atroce che un "colpo basso" provoca agli uomini), indica per traslato qualunque azione scorretta, deprecabile ed inaspettata ai danni di qualcuno oppure un'azione scorretta per avere facilmente la meglio su un avversario.
venerdì 10 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
Risulta evidente la correlazione con le corse equestri che si svolgevano nel Medioevo, retaggio dei ludi romani, ove i cavalli venivano improvvisamente liberati dalla "mossa" per esprimere, in una breve corsa, tutta la loro foga.
giovedì 9 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
mercoledì 8 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
CANTA CHE TI PASSA.
Canta che ti passa è un modo di dire molto diffuso nella lingua italiana colloquiale.
È un invito a non spaventarsi e a curare le preoccupazioni e i timori con il CANTO. Pare che l'espressione sia stata incisa su una trincea da un soldato sconosciuto durante la Prima guerra mondiale: l'ufficiale e scrittore Piero Jaher la trascrisse come epigrafe di una raccolta di Canti del soldato. Nella prefazione (firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba), Jahier parla del «buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina: canta che ti passa».
martedì 7 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
In contrapposizione all'eternità delle leggi dei Medi e dei Persiani, veniva biasimata la continua mutevolezza delle disposizioni nella legislazione dei Comuni italiani.
lunedì 6 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
FARE PIEDINO.
Fare piedino è un gesto di approccio e seduzione non verbale che consiste nello sfiorare intenzionalmente col proprio piede (o con la scarpa) il piede o la scarpa della persona da sedurre. Normalmente si effettua da seduti e, poiché il contatto avviene per lo più sotto un tavolo, il seduttore gioca sul dubbio che il contatto possa non essere intenzionale. In generale, è un gesto che avviene di nascosto e che implica un'intesa tra due persone, ma in molti casi esso è utilizzato come prima manifestazione di un'intenzione seduttiva, soprattutto laddove questa è volta all'immediata conquista erotica piuttosto che a un più meditato corteggiamento.
Secondo la Corte di Cassazione "fare piedino" non costituisce atto di libidine, pertanto non è penalmente punibile. Il gesto di "fare piedino", ossia di trattenere il piede di un'altra persona tra i propri, non è una manifestazione dell'istinto sessuale e quindi non è un reato. In particolare, nella sentenza n. 2510 del 2000, la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato la condanna inflitta a un professore per atti di libidine nei confronti di una studentessa. Secondo la Suprema Corte, il comportamento del docente, che durante una gita scolastica aveva trattenuto il piede all’alunna, non è un "contatto corporeo tra imputato e alunna" e il contesto in cui si è svolto "non costituisce una inequivoca manifestazione dell’istinto sessuale".
domenica 5 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
Il modo di dire piantare in asso, o lasciare in asso viene usato con il significato di «abbandonare qualcuno da un momento all'altro, senza preavviso».
Deriverebbe per corruzione linguistica dall'originaria espressione piantare in Nasso.
Secondo questa interpretazione il modo di dire affonderebbe le proprie radici nella mitologia greca: Arianna, dopo aver aiutato con il suo filo l'eroe ateniese Teseo a sconfiggere il Minotauro e ad uscire dal labirinto di Cnosso, fugge insieme agli ateniesi, ma viene abbandonata (piantata) da Teseo sull'isola di Nasso, per motivi che il mito non chiarisce.
sabato 4 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
venerdì 3 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
giovedì 2 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
mercoledì 1 settembre 2010
MODO DI DIRE DEL GIORNO
VASO DI PANDORA.
Nella mitologia greca, il vaso di Pandora è il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, il vaso (pithos, πίθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l'apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza.