La volpe e il rovo. (Esopo)
C'era una volta una graziosa volpe dal manto
marrone e lucente che viveva in una piccola casetta in mezzo al bosco.
Un bel mattino di primavera l'animale uscì dalla propria abitazione
con l'intenzione di procurarsi una preda per il mezzogiorno.
Vagando per la brughiera fischiettando allegramente,
la volpe attirò l'attenzione di un ingenuo leprottino il quale,
incuriosito, le si avvicinò per osservarla meglio. L'astuta volpe
non si lasciò sfuggire l'occasione e sorridendo al cucciolotto
gli disse: "Buongiorno a te mio piccolo amico. Cosa fai tutto solo
in questi boschi?" Il leprotto divenne improvvisamente diffidente
di fronte a tutto quell'interessamento e, indietreggiando piano rispose:
"Oh, niente, proprio niente. Anzi, adesso che ci penso, dovevo
tornare a casa".
Ma la volpe non aveva alcuna intenzione di lasciarsi
scappare un bocconcino casi prelibato. Quindi, con un abile balzo si
gettò sull'animaletto per afferrarlo. Fortunatamente il piccolino,
risvegliato dall'improvviso attacco, riuscì a schivare l'aggressione
con un veloce salto indietro, precipitandosi in una folle fuga verso
il limitare del bosco. La volpe lo seguì fino a quando non si
trovò sull'orlo di una grossa buca. Per evitare di cadere nel
vuoto l'animale di aggrappò ad una siepe di Rovo graffiandosi
e pungendosi con le sue spine. Abbandonando l'inseguimento la povera
volpe rimase seduta di fronte al Rovo leccandosi le ferite da questo
provocate.
"Che stupida sono stata!" Si disse fra sé
"Mi sono aggrappata alla prima cosa che ho trovato per non cadere
in una buca e mi sono procurata solo graffi e punture. Tanto valeva
proseguire l'inseguimento e tuffarmi nella fossa".
Ma per quel giorno ormai non poteva più far niente
e camminando piano per il male, se ne tornò a casa sconsolata.
Morale della favola: spesso la paura dell'ignoto ci costringe a indietreggiare
ed a fermarci anche se questo, a volte, può essere meno vantaggioso.
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