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giovedì 31 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Abbi donna di te minore, se vuoi essere signore.

BARZELLETTA DEL GIORNO

In tribunale - Lei ha visto il suo amico che picchiava la moglie e non è intervenuto?! - Ho visto che ce la faceva da solo.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Civetta.

Le civette, com’è noto, servivano come richiamo per le allodole, e civetta, per metafora, è detta la donna che con le sue arti provoca l’attenzione degli uomini. Prodotto civetta è quello che assolve analoga funzione a beneficio del negoziante: venduto a prezzo particolarmente basso, attira nel negozio, supermercato o altro, il consumatore che, per comodità o perché sedotto da esposizioni invitanti, oltre al prodotto civetta ne acquista altri. Auto civetta è definita invece quella delle forze dell’ordine che, sprovvista di contrassegni e con equipaggio in abiti civili, è usata in particolari missioni che richiedono tale “mascheramento”; a volte queste civette vigilano sul traffico, consentendo ai militi di cogliere in castagna i trasgressori delle norme che lo regolano.

mercoledì 30 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

A chi non teme il sermone giova poco il bastone.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Dracula...

Nel 1848 Dracula si sfamava solo con donne vergini… nel 2010 è morto di fame…

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Chi ride il venerdì, piange la domenica.

Alla gioia seguono inevitabilmente la delusione, il dolore. Il detto viene dalla commedia di Jean Racine Les plaideurs, "I litiganti”.

martedì 29 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

A cattivo lavoratore ogni attrezzo da dolore.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Pancia gonfia o sgonfia?

Un bimbo vede la mamma fare su e giù sul papà e le chiede: ”mamma cosa fai?” e lei: ”eh, sto sgonfiando la pancia a papà…!!!” e il bambino: ”fatica sprecata, tanto poi la zia gliela rigonfia di nuovo….!!!” 

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Chi per la patria muor, è vissuto assai.

Motto in onore di chi sacrifica la vita per il proprio Paese. Cosi la tradizione popolare ha modificato i versi chi per la gloria muor/vissuto e assai... — dall’opera di Saverio Mercadante (1795-1870) Donna Contea (atto I, scena 9a) — che i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, martiri del Risorgimento nel 1844, si misero a cantare dopo aver appreso, nel carcere di Cosenza, la sentenza che li condannava a morte.

lunedì 28 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Una donna bella, ti fa far la sentinella.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Dal dottore...

Una vecchia signora: "Dottore, ogni volta che mi guardo allo specchio, ho le vertigini e mi viene da vomitare"  "Ottimo", risponde il medico, "vuol dire che la sua vista è ancora perfetta..."

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Chiodo scaccia chiodo.

Un cruccio, un dolore ne attutisce altri, quasi facendoli dimenticare. Il proverbio ha origine, pare, da un gioco praticato nell’antica Grecia e consistente nell’estirpare con un paletto un altro paletto conficcato saldamente nel terreno.

domenica 27 gennaio 2013

NOTIZIA DEL GIORNO

Il giorno della memoria, perché bisogna ricordarlo?

Il 27 gennaio è il giorno della memoria, una ricorrenza riconosciuta dalle Nazioni Unite e celebrata anche in Italia dal 2001 dopo che il parlamento ha votato, nel luglio 2000, la legge per istituire il giorno della memoria.
In questo giorno – che coincide con l’arrivo nel gennaio del ’45 delle truppe sovietiche nel campo di Auschwitz – si ricordano le vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei (“Shoah”) e, nello specifico italiano, le leggi razziali del 1938 e il dramma dei deportati nei lager.
L’istituzione di questa giornata è stata riparatrice della fatica del ricordo nei sopravvissuti e della sottovalutazione del fenomeno che almeno fino agli anni Sessanta ha attraversato anche il panorama italiano.
L’internamento nel lager è stata un’esperienza estrema, una discesa negli abissi dell’umanità, inconcepibile per chi ritiene la storia un progressivo cammino di evoluzione e civiltà. Purtroppo non è questo il percorso della storia che procede a strappi né ci ha salvato né ci salverà la crescita delle nostre società, le conquiste dell’ingegno umano, la tecnologia che ci semplifica la vita. Auschwitz e l’universo concentrazionario dimostrano proprio il contrario: esiste il lato disumano del progresso che può essere utilizzato per l’umiliazione e l’annientamento dell’individuo. I fascismi, da questo punto di vista, furono dittature moderne.
Lo sterminio di massa discende da un disegno pianificato che utilizza la razionalità industriale. All’interno di questo processo l’uomo è assimilato a un manufatto. Nelle menti degli aguzzini la deportazione è come il trasporto della merce, l’internamento è il trattamento del prodotto da spremerne la forza lavoro sino alla consunzione e alla morte inferta con un gas frutto della ricerca chimica, lo Zyklon B, composto a base di cianuro prodotto dalla I. G. Farben, colosso dell’industria tedesca specializzata in antiparassitari. E sempre per la logica industriale, quei corpi che occupano troppo spazio vengono inceneriti nei forni crematori, fabbricati dalla ditta Topf di Wiesbaden che dopo la guerra ha continuato a operare, senza nemmeno sentire lo scrupolo di cambiare denominazione sociale.
Donne, bambini, uomini che varcata la soglia del campo sono stati privati degli abiti, delle scarpe, dei capelli, delle catenine, dei denti d’oro e delle protesi degli arti. Tutti questi oggetti venivano riutilizzati dalle industrie o distribuiti in Germania. Il destino di chi subiva il distacco della protesi era poi quello di essere subito condotto nelle stanze della morte poiché inabile al lavoro. Gli internati venivano privati anche del nome, al suo posto l’unico identificativo era un numero di matricola inciso sulla carne, primo atto di degradazione dell’individuo che nel campo vale meno di uno schiavo.
La privazione dell’identità diventa, con i giorni, progressiva perdita del proprio corpo sino a che le persone non sono state ridotte a fantasmi di ossa barcollanti. A quel punto, quando le guardie constatavano che la capacità lavorativa dei prigionieri era esaurita, venivano condotti nelle camere a gas dove anche la morte non avveniva in maniera indolore, ma era lenta nel patimento dell’asfissia.
Nei campi trovano la morte oltre 3 milioni di ebrei (che tra fucilati e morti nei ghetti diventano circa 6 milioni), 3.300.000 prigionieri di guerra sovietici (anche sugli slavi piomba la politica di annientamento), 1 milione di oppositori politici, 500.000 zingari Rom (Porajamos = distruzione nel linguaggio Romanès), circa 9.000 omosessuali, 2.250 testimoni di Geova oltre a 270.000 morti tra disabili e malati di mente.
I pochi sopravvissuti a questo orrore, oltre a portarsi una ferita indelebile per tutta la vita, hanno faticato a raccontare la loro esperienza e a essere compresi da coloro che non l’avevano vissuta e non accettavano di capire tanto dolore o semplicemente se ne volevano distaccare per ricominciare a vivere dopo la guerra. Yakov Vincenko un soldato semplice dell’Armata rossa che ha aperto i cancelli di Auschwitz ricorda: “Nemmeno noi che abbiamo visto ci volevamo credere. Ho sperato per anni di riuscire a dimenticare, poi ho capito che sarebbe stato da complice, da colpevole. Così adesso ricordo, anche se non sono riuscito ancora  a comprendere”.
Se questo è lo sconcerto di un uomo che non è stato prigioniero, si può pensare quale sia la piaga interiore che resta nei sopravvissuti.
Uno dei libri della letteratura italiana più tradotti nel mondo è Se questo è un uomo, di Primo Levi, ebreo, partigiano azionista poi indimenticabile scrittore. Il testo uscì nel 1947, fra la totale indifferenza. Il successo editoriale arrivò dopo, tra fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Contrariamente ad altri superstiti, Levi cerca di parlare subito, ma ricordare è difficile – scrive – perché l’esperienza del lager appare così assurda da risultare incredibile, uno dei suoi incubi è il racconto della sua sventura alla sorella, ma lei non gli crede.
Ha senso ricordare, oggi come per gli anni che verranno, perché l’esperienza del lager per i sopravvissuti è stata così traumatica da essere quasi incomunicabile.
Auschwitz è arrivata perché migliaia di persone che sapevano si sono rifiutate di porsi il problema della loro responsabilità. Quanti complici, che non hanno ucciso, hanno però permesso che il sistema dell’annientamento funzionasse. Comprendere questi aspetti significa trovare gli elementi per costruire il nostro domani.
Solo in parte l’annientamento nei lager nazisti è un’esperienza unica: la politica dello sterminio nel Novecento non è né cominciata né terminata con Auschwitz: il genocidio degli armeni, le vittime dei gulag, la pulizia di classe dei Khmer rossi in Cambogia e -negli anni Novanta- le pulizie etniche in Jugoslavia e in Ruanda oltre ai gas di Saddam Hussein contro i curdi, definiti un popolo che non esiste.
Quale matrice hanno in comune questi stermini? Quello nazista rimane il più sanguinoso, pedissequo e pianificato; il nazismo ha sacrificato obiettivi bellici pur di continuare a uccidere nei campi, si pensi che a Mauthausen le camere a gas operano fino al 28 aprile 1945.
Alla base di ogni politica di sterminio ci sono sempre: l’assenza di democrazia, la deriva ideologica, nazionalista e razziale innalzata a metro dell’agire politico. Occorre ricordarlo, bisogna ricordare.

da "Il fatto quotidiano" di Mirco Dondi. 

   

PROVERBIO DEL GIORNO

Tardi parte e presto viene, chi davvero ti vuol bene.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Tra amiche...

Tra amiche: tuo marito è due ore che sta facendo il cretino con quella la e tu non dici niente? Sta zitta voglio vedere quanto resiste con la pancia in dentro.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Chi non lavora non mangia.

Più esattamente chi non lavora, non mangi. Parole non di Marx, ma di san Paolo (Tessalonicesi, Il, 3, 10): chi non vuole lavorare non deve pretendere ricompensa.

sabato 26 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Senza lilleri non si lallera.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Pierino...

Pierino è davanti al negozio e piange , allora un signore gli domanda : Perchè piangi? E lui : La mamma mi ha dato 10 euro e io gli ho persi .
Allora il signore li da 10 euro e Pierino piange ancora di più.
Allora il signore : Perchè piangi ?
E lui: perchè se non ne avrei persi 10 adesso ne avrei 20.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Chi non beve con me peste lo colga.

Verso de La cena delle beffe (1909) di Sem Benelli (1875-1949), usato carne scherzoso invito ad alzare il bicchiere, e ciò a causa della dizione enfatica e un po’ troppo chiusa con cui lo pronunciava, nel film tratto dal dramma, l’attore Amedeo Nazzari.

venerdì 25 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Se l'uomo fosse indovino, non sarebbe mai poverino.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Com'é morto?

Un uomo legge un manifesto funebre, si ferma a leggere un altro uomo, dice: scusi sà come e morto costui? l' uomo rispose: bruciato! e' lei come lo sà? Qui c'e' scritto si è spento all' età di 80 anni....

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Chi non é con me é contro di me.

L’hanno detta in tanti, ma la fonte vera è il Vangelo (Matteo, 12, 30 e Luca, 11, 23), e significa che nelle questioni essenziali l’indifferenza è colpevole.

giovedì 24 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Quando arriva la minestra non c'è più sinistra o destra.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Dal dottore...

Una donna sta male e va dal dottore il quale la fa accomodare sul lettino e le dice "Si tolga il reggiseno" e la paziente risponde "Così mi vede le meline". Allora il dottore le dice "Si tolga le mutande" e lei ribatte "Così mi vede la fragolina", allora il dottore dice "Signo' con tutta 'sta frutta mi ha fatto svegliare la banana"

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Chi ha dato, ha dato.

...e chi ha avuto ha avuto, chi ha tratto profitto dalla situazione se la gode. È un invita ad accettare con filosofia il fatta compiuto, senza rivangare e recriminare. Il verso è entrato nell’uso grazie alla fortuna di una canzonetta napoletana che lo conteneva, composta nell’immediato dopoguerra e piena di rassegnazione, ma anche di speranza, carne attestano gli ultimi versi: Scordammoce ‘o passato, simme ‘e Napule, paisà.

mercoledì 23 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Predica a te stesso, non predicar te stesso.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Pronto polizia...

Al telefono: “Pronto, polizia? Venite subito! C’è un gatto che sta entrando dalla finestra!”.
“E ci disturbate solo per un gatto?”.
“Certo! Io sono un pappagallo”.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Cercare la quadratura del cerchio.

Tentare un’impresa impossibile, affannarsi su un problema troppo arduo nell’illusoria speranza di risolverlo. Il celeberrimo problema che diede origine alla locuzione e sul quale si spremettero le meningi moltissimi matematici fin dall’antichità consisteva nel costruire, servendosi solo di riga e compasso, un quadrato di area equivalente a quella di un cerchio dato, ciò che fu dimostrato impossibile solo nel 1882.

martedì 22 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Donne e gatti non han fretta, mentre fanno toeletta.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Tra mucche...

Due mucche al pascolo: “Che succede, perché ti agiti così?”.
“Domani è il compleanno di mio figlio…”
“Sì, ma perché ti scuoti così?”
“Sto preparando la panna montata…”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Cavallo di battaglia.

Figuratamente, il pezzo forte” di qualcuno, l’opera musicale o teatrale in cui un artista eccelle.

lunedì 21 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Donna col naso all'insù, una per casa e nulla più.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Tra animali...

Un toro vede una mucca che sta pascolando, attratto da lei, decide di saltare lo steccato che li divide per incontrarla. Salta e… AIHHH. Si avvicina e dice: Ciao, come ti chiami? E lei: Io mi chiamo Clara bella, ma chiamami solo Clara perché non sono bella, e tu? E lui: io mi chiamo palle di fuoco, ma tu chiamami solo fuoco… il resto é rimasto sullo steccato.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Canto del cigno.

Si dice dell’ultima grande opera, quasi il canto d’addio, di un artista, e per estensione di qualsiasi impresa notevole che sia l’ultima di una prestigiosa carriera: Quella vittoria al giro d’Italia fu il canto del cigno di Gino Bartali. Anticamente, da Platone a Fedro, Cicerone, Lucrezio, Shakespeare, si credeva che il cigno cantasse quando stava per morire. In realtà, il cigno reale è muto, mentre quello selvatico emette non un canto ma un fischio, sia pure abbastanza armonioso.

domenica 20 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Cento libbre di pensieri non pagano un'oncia di debito.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Tra pipistrelli...

Due pipistrelli a testa in giù. Uno chiede all’altro:
“Qual è stato il giorno peggiore della tua vita?”
E l’altro: “Quando mi è venuta la diarrea”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Cadere in piedi.

Uscire indenni, o quasi, da una situazione precaria, con inaspettata fortuna. E' sottintesa la similitudine con i gatti, che cadendo riescono sempre ad atterrare sulle quattro zampe.

sabato 19 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Che colpa ha la gatta, se la massaia è matta?

BARZELLETTA DEL GIORNO

 La rana millantatrice...

Nella foresta. Passa una zebra e vede una rana stesa al sole: “Ciao rana cosa fai?”
E la rana “Prendo il sole, mi rilasso, e se passa il leone gli faccio un culo così”
Poi passa una scimmia: “Ciao rana cosa fai?”
“Prendo il sole, mi rilasso, e se passa il leone gli faccio un culo così”.
Dopo un po’ il leone, che era stato avvertito dagli altri animali di quello che aveva detto la rana, va da lei e le dice: “Ciao rana cosa fai?”
E lei: “Mah, prendo il sole, mi rilasso… e ogni tanto dico qualche cazzata!!!

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Cannare.

Nel gergo giovanile studentesco significa “sbagliare”, dare risposte errate a un’interrogazione.

venerdì 18 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Una fa, due stentano, ma a tre ci vuol la serva.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Notizia al TG.

Un tizio e un carabiniere stanno guardando un notiziario serale dove c’è uno che si sta per buttare dal grattacielo, allora il tizio dice al carabiniere: “Scommettiamo una pizza che si butta?”
E il carabiniere: “Ci sto!”.
Al che il signore del notiziario si butta e il tizio che ha vinto la scommessa si sente un po’ in colpa e dice al carabiniere: “Dai non c’è bisogno che mi paghi la pizza, questo notiziario l’avevo già visto e sapevo che si sarebbe buttato!”
E il carabiniere: “Oh anch’io l’avevo già visto ma non pensavo che si sarebbe buttato ancora!”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Cercare un ago in un pagliaio.

Similitudine usata per definire l’impresa, pressoché irrealizzabile, di chi voglia trovare una cosa, scoprire un particolare, tra una moltitudine di elementi difficili da districare.

giovedì 17 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Tanto l'amore quanto la minestra di fagioli vogliono uno sfogo.

BARZELLETTA DEL GIORNO

In classe...

Professoressa: Buongiorno ragazzi! Oggi faremo un esperimento… Chi tra voi pensa di essere stupido, si alzi in piedi.
Classe: …………
Poi si alza un ragazzo e la prof.: Bene! Quindi tu pensi di essere stupido?
Alunno: …Oh, no, però mi dispiace vedere che sta in piedi da sola!

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Comandare a bacchetta.

Comandare in maniera eccessivamente autoritaria, da despota. La bacchetta (o bastone, mazza, scettro) è antichissimo segno del comando: dallo scettro dei sovrani, al bastone dei comandanti di eserciti (il ‘bastone di maresciallo”), fino alla bacchetta del maestro, un tempo adoperata anche per amministrare punizioni corporali.

mercoledì 16 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Tanto l'amore quanto il fuoco devono essere attizzati.

BARZELLETTA DEL GIORNO

All'asta...

Durante una vendita all’asta, un uomo che ha smarrito il portafoglio, sale sul palco e fa un annuncio: “Ho smarrito il portafoglio con 1.000 euro dentro… ne offro 200 a chi me lo riporta…”.
Dal fondo della sala allora, si sente una voce: “Io ne offro 300!!!”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Capire l'antifona.

Nella liturgia cristiana, l’antifona è un breve canto premesso a un salmo, consistente in poche parole tolte dal salmo e che ne compendiano il senso. Nel linguaggio familiare, capire l’antifona significa quindi afferrare a volo, da una semplice allusione, dove l’interlocutore vuole andare a parare, quali siano le sue non dichiarate intenzioni.

martedì 15 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Per una scopa formano un mercato tre donne e assordan tutto il vicinato.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Dall'esattore.

“Mi spiace, ma per questo mese non posso proprio pagarla!” – dice un pover’uomo all’esattore.
“Ma perdio, lei mi ha già detto la stessa cosa anche il mese scorso!”
“E non ho forse mantenuto la parola?!!”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

 Combattere contro i mulini a vento.

Seguendo l’esempio di don Chisciotte nell’omonimo capolavoro di Cervantes, quando il protagonista parte a lancia in resta contro i mulini a vento che la sua fantasia aveva trasformato in pericolosi giganti: prendersela con nemici immaginari, gettarsi in imprese impossibili o insensate.

lunedì 14 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Voglia di lavorare saltami addosso e fammi lavorare meno che posso.

BARZELLETTA DEL GIORNO

In una sauna...

In una sauna due bimbi osservano un uomo con una pancia grossa e gli fanno: cosa hai li dentro?
E lui: una bomba!
E loro: caspita che miccia corta!

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Contare quanto il due di briscola.

Non contare nulla, essere l’ultima ruota del carro, poiché il due, nel gioco della briscola, è la carta che vale meno, mentre l’asso è quella che vale di più, donde l’altra espressione essere l’asso di briscola, cioè la persona più importante.

domenica 13 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Vacche e buoi di strigliare spesso bada, perché la striglia è una seconda biada.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Postino in paradiso...

In Paradiso si sente una voce – Per la Madonna!
- Ma chi si permette di bestemmiare in Paradiso?!
- Veramente sarei il postino…

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Campa cavallo che l'erba cresce.

Esclamazione usata a proposito di promesse a lunga scadenza, e sul mantenimento delle quali è sciocco farsi soverchie illusioni.

sabato 12 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Una causa cattiva peggiora col volerla difendere.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Nonno...

“Papà è morto il nonno mentre giocava a carte!!!”.
“Collasso?”
“Che ne so io, non gli ho mica visto le carte!”.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Correre la cavallina.

Spassarsela, soprattutto in avventure galanti. Correr le giumente, dice il Boccaccio nella novella di frate Alberto e della sciocca madonna Lisetta (Decamerone, 1V, 2), con la quale l’astuto frate fa il mestier suo impersonando l’”agnolo Gabriello”, l’arcangelo Gabriele.

venerdì 11 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Troppi cuochi guastano la cucina.

BARZELLETTA DEL GIORNO

I drogati...

“Papà… papà… ma i drogati sono fatti come noi?”
“Di più… di più!”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Complesso di Edipo.

Così si definisce, con espressione tolta dalla psicanalisi, un patologico attaccamento del figlio verso la madre, unito a un inconsapevole sentimento di rivalità nei confronti del padre. Il mitologico Edipo uccise, senza saperlo, il padre Laio e, risolto l’enigma della Sfinge, divenne re di Tebe e sposò la madre, Giocasta. Quando la verità fu nota Giocasta si impiccò ed Edipo si cavò gli occhi.

giovedì 10 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Soffia due o tre volte quando è caldo il boccone.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Dov'è il cimitero?

Una vecchietta chiede a un passante: “Scusi per andare al cimitero dove devo prendere l’autobus?”
E lui: “In faccia…”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Complesso di Elettra.

Lo stesso che complesso di Edipo  , con la differenza che ne è affetta la figlia morbosamente legata al padre e inconsapevolmente rivale della madre. Nella mitologia greca, Elettra è la sorella maggiore di Oreste, figlia di Agamennone e di Clitennestra, che favorisce il fratello nel vendicare l’assassinio del padre, perpetrato dall’amante della madre, Egisto.

mercoledì 9 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Se le lattughe lasci in guardia alle oche, al ritornar ne troverai ben poche.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Pierino...

Pierino torna a casa e dice alla mamma che è stato sospeso, e la mamma gli chiede: “Perché?”
Pierino risponde: “Perché il mio compagno di banco fumava”
“E tu che c´entri?”
E Pierino: “Il tutto è iniziato quando hanno detto che sono stato io a dargli fuoco…”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Cavallo di Troia.

Tranello, inganno abilmente dissimulato. Come il famoso cavallo di legno che i Greci, fingendo di ritirarsi dalla decennale guerra di Troia, abbandonarono sulla spiaggia e che i Troiani trascinarono entro le mura della città, senza sapere che nel suo ventre erano celati numerosi guerrieri nemici, i quali ne sarebbero usciti nottetempo per aprire le porte ai loro compagni e mettere Troia a ferro e fuoco.

martedì 8 gennaio 2013

PROVERBIO DEL GIORNO

Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse.

BARZELLETTA DEL GIORNO

Pierino...

Siamo sotto le festività natalizie. Pierino: “Maestra, le palle di Natale hanno i peli?”
Maestra: “Ma no, Pierino!”.
Pierino: “Natale, abbassa i pantaloni…”

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Ci rivedremo a Filippi.

Si usa come minaccioso ammonimento, ed equivale a: “Bada! Al momento opportuno te la farò pagare”; l’ascendenza storico-leggendaria del detto è illustre. Narra lo storico Plutarco che, dopo l’uccisione di Cesare (44 a.C.), Bruto riparò con Cassio Longino e con l’esercito dei repubblicani in Macedonia, dove lo inseguirono Marco Antonio e il giovane Ottaviano. Una notte apparve a Bruto, nella sua tenda, un’ombra gigantesca che gli disse: “Io sono il tuo cattivo genio, o Bruto, e mi rivedrai dopo Filippi”. Arditamente, Bruto replicò che non sarebbe mancato all’appuntamento, e l’ombra disparve. Proprio nella piana di Filippi, presso Cavalla, sull’Egeo, gli eserciti rivali si affrontarono, nel 42 a.C., per la battaglia decisiva. I primi scontri volsero a favore di Bruto, ma per la seconda volta il gigante riapparve, muto, all’assassino di Cesare. L’indomani si riaccese la mischia, che si concluse con la disfatta dei repubblicani e col suicidio di Bruto.

lunedì 7 gennaio 2013

BARZELLETTA DEL GIORNO

Cavalli...

Due uomini stanno discutendo sui loro cavalli:
- "il mio cavallo è il più bravo, perchè quando dico "hop hop" lui salta"
e l'altro risponde
- allora è più bravo il mio, perchè quando dico "hip hip" lui risponde "urra!"

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Cercare con il lanternino.

Cercare con grande cura, con pignoleria, qualcosa molto difficile a trovarsi. Il riferimento è alla lanterna con la quale si narra che il filosofo Diogene di Sinope (IV secolo a.C.) si aggirasse di giorno per le strade alla ricerca dell’”uomo”, della verità. Cercarle, cercarsele col lanternino, invece, si dice in tono ironico, o di blando rimprovero, a proposito di hi è così sciocco o imprudente da cacciarsi sempre nei guai, da procacciarsi fastidi o malattie.

domenica 6 gennaio 2013

POESIA DEL GIORNO


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I Magi.
 
Sopra cammelli bianchi
seguivan la cometa…
felici e un poco stanchi.
Venivan da lontano,
da regni d’oltremare,
scrutavan l’orizzonte
desiosi d’arrivare.
Ecco Betlemme alfine;
ecco, nella capanna,
un tenero Bambino
in braccio alla sua Mamma.
I vecchi Re si prostrano
e ognuno di loro
offre un suo dono splendido:
incenso, mirra e oro.

FILASTROCCHE DEL GIORNO


 

La Befana.(Gianni Rodari)

 

Mi hanno detto, cara Befana,
che tu riempi la calza di lana,
che tutti i bimbi, se stanno buoni,
da te ricevono ricchi doni.
Io buono sempre sono stato
ma un dono mai me lo hai portato.
Anche quest’anno nel calendario
tu passi proprio in perfetto orario,
ma ho paura, poveretto,
che tu viaggi in treno diretto;
un treno che salta tante stazioni
dove ci sono bimbi buoni.
Io questa lettera ti ho mandato
per farti prendere l’accelerato!
Oh cara Befana, prendi un trenino
che fermi a casa di ogni bambino,
che fermi alle case dei poveretti
con tanti doni e tanti confetti.



Befana (Gianni Rodari)

Viene viene la Befana
Da una terra assai lontana,
così lontana che non c’è…
la Befana, sai chi è?
La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana più non senti.
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno che avevo ordinato
un po’ di carbone mi ha lasciato.


La Befana Spaziale – Il pianeta degli alberi di Natale – (G.Rodari)

Su quel pianeta la Befana
viaggia a cavallo di un razzo
a diciassette stadi
e in ogni stadio
c’è un bell’armadio
zeppo di doni
e un robot elettronico
con gli indirizzi dei bambini buoni.
Anzi con gli indirizzi
di tutti i bambini, perché
ormai s’è capito
che di proprio cattivi non ce n’è


Voglio Fare un Regalo alla Befana – Il pianeta degli alberi di Natale – (G.Rodari)

La Befana, cara vecchietta,
va all’antica, senza fretta.

Non prende mica l’aeroplano
per volare dal monte al piano,
si fida soltanto, la cara vecchina,
della sua scopa di saggina:
è così che poi succede
che la Befana… non si vede!

Ha fatto tardi fra i nuvoloni,
e molti restano senza doni!

Io quasi, nel mio buon cuore,
vorrei regalarle un micromotore,
perché arrivi dappertutto
col tempo bello o col tempo brutto…

Un po’ di progresso e di velocità
per dare a tutti la felicità!



Buona Befana!!!

 

giovedì 3 gennaio 2013

BARZELLETTA DEL GIORNO

Tra barboni...

Un barbone ad un altro: “Ieri ho mangiato un tacchino!”
“E dove l’hai trovato?”
“In una scarpina”

PROVERBIO DEL GIORNO

Per quanto allunghi il collo l'oca non diverrà mai cigno.

AFORISMA DEL GIORNO

Le amicizie riannodate richiedono più cure di quelle che non hanno mai subito rotture.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Bufala.

Romanesco, ma in via di espansione attraverso il linguaggio cine-radio-televisivo. Il sostantivo, una bufala, designa un film e uno spettacolo in genere che è stupido e noioso, e che quindi è una pizza . Per lo spettatore deluso, che si sente raggirato, bufala assume anche il significato (secondario) di turlupinatura, imbroglio, bidone .

mercoledì 2 gennaio 2013

BARZELLETTA DEL GIORNO

 Mantenersi in forma...

Bisogna mantenersi in forma. Mia nonna ha cominciato a camminare per 5 miglia al giorno quando aveva 60 anni. Adesso ne ha 97 e nessuno sa dove diavolo sia.

PROVERBIO DEL GIORNO

Nessuno ha maggior libertà di una mosca, che si posa persino sul naso di un re.

AFORISMA DEL GIORNO

Il falso amico è come l'ombra che ci segue finchè dura il sole.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Braccio secolare.

In senso figurato, persona di fiducia di un superiore, che esegue in sua vece compiti sgradevoli nei riguardi di altri sottoposti: annunciare provvedimenti disciplinari, eseguire licenziamenti, eccetera. Il braccio secolare era il magistrato (nonché l’autorità dello stesso) che rendeva esecutive le sentenze dei Tribunali ecclesiastici, ivi comprese le pene corporali nei confronti dei membri del clero: pene che la Chiesa poteva decretare, ma non eseguire.

martedì 1 gennaio 2013

BARZELLETTA DEL GIORNO

 Sul Titanic...

Sul transatlantico Titanic il capitano dice ai passeggeri: “Ho una notizia buona e una cattiva”
“Ci dica prima quella buona”
“Vinceremo 11 premi Oscar”.

PROVERBIO DEL GIORNO

Il gatto con i guanti non acchiappa topi.

AFORISMA DEL GIORNO

Non basta avere grandi qualità; bisogna saperle amministrare.

MODO DI DIRE DEL GIORNO

Bozzo (anche buzzo).

Abbastanza radicato nel linguaggio giovanile, anche se non universalmente diffuso: paesanotto, goffo nel vestire e nei modi. Un incrocio di “burino, cafone, paino”. Probabilmente deriva da “buzzurro”, voce nata in Toscana e adottata dai Romani per designare spregiativamente i Piemontesi calati nella capitale dopo il 1870. E “buzzurro”, a sua volta, da “buzzo”: “pancione”.